- “…quello stile – talora addirittura pietrigno – vuole essere non una delle tante tecniche pittoresche, bensi la forma sensibile di quella determinata sostanza: visioni di mondi semplici e umili, intrisi di fatica e di passione, verità fondamentali del genere umano che diventano la verità dell’artista allorché egli tenta di riassumerle e di conchiuderle , rendendole stringate ed essenziali entro ritmi volumetricie lineari, sotto luci albali in toni di colore diffuso e rasanato.”
– Filippo de Jorio, Professore di Storia dell’arte, in l’arte italiana del XX° secolo.
- “L’opera di Alfonso Silba anticipa e precede il nostro cammino verso le origini, come atto di conoscenza e consapevolezza di noi stessi, rivitalizzando i miti della nostra terra per portare alla luce l’essenza di questo mondo antico.”
– Luciana Carboni, Critico d’arte, Opposti invasori. Rassegna di Arti visive e contemporanee, 1997.
- ” La citazione, da quel grande veggente del Divino che fu Blake, mi sembra adeguata per incominciare una lettura dell’opera sacra di Alfonso Silba, attraversata com’é, tutta , dalla luce sovrannaturale di colori che sono dell’anima piu che appartenere al dominio della relatà.”Giorgio Pellegrini, Docente di Storia Moderna, Universita di Cagliari. ”
– L’immagine divina”, in Alfonso Silba, “La mia Bibbia”, 1999.
- “Silba ha capito da tempo che cosa si nasconde dietro le apparenze inconsuete di una realtà. Di un mondo che si forma e si distrugge. Le scoperte del pittore, propongono una serie d’interpretazioni surreali, di fenomeni che avvengono sotto gli occhi di tutti e che si trasformano invece per l ui, in momenti artistici di meravigliosa fantasia. (…) Perché Silba, con la globalità delle sue tecniche , incalza l’oggetto, lopenetra, lo anatomizza alla luce d’un sentimento appassionato. Un sentimentodi fiducia verso la propria libertà, l’amore della sua terra. e la nitidezza del linguaggio, la sicura armonia della composizione, l’abbagliante ricchezza cromatica, divengono il segno preciso del suo destino d’artista.”
– Gisella Pagano, Critico d’arte, Roma. Tommaso Moiolu “Presenza eroica”, 1994.
- “… Per un pittore sensibile come Alfonso Silba sono i sintomi evidenti di voler varcare le simboliche porte che lo conducono dentro un passato che esemplifica i caratteri salienti dell’etnia sarda.L’approcio appassionato dell’artista con il passato della sua isola di adozione é definito da tante porte ideali, semplici o centinate, presidiate da guerrieri armati dalla possente geometria, da arceri saettanti che difendono i valori della bella età dei nuraghi. (…) Chi guarda attraverso le porte di silba varca i confinidel presente per ritrovare gli antichisemi che hanno germinato l’attuale etnia, confusa e composita, che ritrova il proprio orgoglio solo volgendo lo sguardo verso il passato e, res consapevole della lontana cultura si porietterà verso l’avvenire.”
– Maria Ausilia Fadda, Sovrintendente arecheologico provincia di Nuoro.
- “Dopo il ciclo dedicato alla Bibbia e quello sui Simbolismi Sardi, con questo nuovo e coerente corpus mitologico l’opera di Alfonso silba é entrata in una defuinitiva, mirabuile maturazione, che vale all’autore una nicchia d’assoluto riguardo nell’ambito dell’arte contemporanea. (…) Profondo é il rapporto di Silba con l’aspetto fantastico del mondo, col portato delle culture ancestrali: nei suoi bellissimi quadri la mitologia mediterranea torna ad essere, etimologicamente, Mythos e Logos, ovvero racconto e pensiero, interpretazione dell’eterna natura umana, dei sentimenti, delle passioni, ella tragedia.”Domenico Montalto, Giornalista de “L’Avvenire”.
– Mito mediterraneo, figurazione informale nella pittura di A. Silba
- Silba sente ed esprime la cultura e la suggestione della sua terra, colta e resa nell’essenza dei suoi elementi arcaici, nelle figure remote, nei miti e nei riti di un tempo senza tempo.”
– Benvenuto Guerra, Images – Art&Life, n°19 Artefiera – Bologna 1991.
- Il portale apparentemente centrale della chiesa, opera di Silba, si presenta come un vero e proprio racconto agiografico, come il film della vita dell’Apostolo patrono della parrocchia e della comunità di Orosei.”
– Domenico Montalto, Scrittore presso Avvenire, Milano 2009″
- “L’intensa attività l’ha plasmato e proiettato in ecclettiche espressioni che passano attraverso la forma plastica dove le sue opere esprimono grande passione. Notevole é la sua capacità nell’immrgersi in motivi ancestrali e profondi di svariate realtà culturali. Esempio di tutto questo é il suo dimostrato interesse verso il maestro COstantino Nivola. Le sue opere pittoriche sono cariche di grande forza emotiva, testimjonianza di un dinamico percorso verso la spasmodica ricerca di nuove strade; esempi di umanità alla ricerca della liberazione. Anatomie espresse con notevole capacità grafica. Una valenza dal sapore espressionistico che ci porta a Egon Shiele.”
– Giovanni Crobia, Curatore d’arte. “Orme”, 2017
- “Il ciclo dei migranti con tutto il vissuto di dolore che portano con loro. La tonalità dominante é il giallo, il colore del deserto, del sole accecante, del caldo dell’Africa da dove la maggior parte di loro giunge. (…) L’altro cilclo é dominato dalle tonalità scure, con monocromi rossi, ocra, neri. Silba vi racconta il mito che iremerge da un inconscio culturale e collettivo in ciu anche l’artista é immerso. (…) Un mondo di ombre e luci che lasciano emergere lentamente l’immagine, che risale dal profondo del nostro essere, dalla memoria antica della cultura classica dalla quale tutti noi proveniamo. ”
– Neria de Giovanni, Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari, ONG dell’Unesco. Portale letterario, Arte e cultura, 2017